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Luci e ombre del diseg­no di leg­ge sull’edilizia abitativa

Lun­edì arri­va in dis­cus­sio­ne nella quar­ta com­mis­sio­ne del Con­siglio pro­vin­cia­le l’importante ddl, che toc­ca anche un pro­ble­ma cen­tra­le del­la nos­t­ra pro­vin­cia: il cos­to dell’abitare. “Il ddl non va a stra­vol­ge­re l’impianto dell’attuale nor­ma­ti­va, ma ritenia­mo neces­sa­ri dei cor­ret­ti­vi che valut­e­remo dopo la dis­cus­sio­ne in com­mis­sio­ne se port­are in for­ma di emen­da­men­ti in aula”, sos­tiene Franz Plo­ner, mem­bro del­la quar­ta commissione.

 

L’emergenza abita­ti­va di tan­ti, trop­pi comu­ni alto­ate­si­ni è con­cla­ma­ta ormai da tem­po. La poli­ti­ca è chi­ama­ta a tro­va­re solu­zi­o­ne, anche se natur­al­men­te non è sem­pli­ce inter­ve­ni­re nel­le dina­mi­che di mercato.

Spie­ga­no Franz Plo­ner e Maria Eli­sa­beth Rie­der“L’articolo 4 del ddl pre­ve­de l’istituzione di un fon­do di gar­an­zia a tutela dei loca­to­ri. Ques­ta ritenia­mo sareb­be anche una buo­na idea, ma come spes­so acca­de la Giunta pro­vin­cia­le pre­ve­de per leg­ge una misu­ra, dele­gan­do poi sé stes­sa a deter­mina­re i rela­ti­vi rego­la­men­ti attua­ti­vi. La cosa in sé, almeno in ques­to caso, è for­se ine­vi­ta­bi­le, ma la mag­gioran­za non può chie­de­re un nos­tro voto favorevo­le sen­za chia­ri­re pre­ven­ti­va­men­te come inten­de nor­ma­re una mate­ria tan­to deli­ca­ta, non sareb­be poli­ti­ca­men­te serio. Se nella stesu­ra dei rego­la­men­ti fos­se pre­vis­to il coin­vol­gi­men­to del­le par­ti coin­vol­te (le orga­niz­za­zio­ni rappre­sen­ta­ti­ve del­la pro­prie­tà edi­li­zia da un lato e il sindaca­to degli inqui­li­ni dall’altro) anche l’opposizione in Con­siglio pro­vin­cia­le si sen­ti­reb­be garan­ti­ta di aver assol­to il pro­prio ruo­lo con cosci­en­za. Nel caso non fos­se rag­giunto un com­pro­mes­so accettabi­le tra i diver­si pun­ti di vis­ta, le par­ti in cau­sa dispor­reb­be­ro in tut­ta tras­pa­ren­za del­le infor­ma­zio­ni per port­are il tema all’attenzione dell’opposizione e dell’opinione pubbli­ca”. Per ques­to motivo il Team K sta valu­t­an­do l’opportunità di pre­sen­ta­re degli emen­da­men­ti ad hoc, in com­mis­sio­ne o dirett­amen­te in aula quan­do il diseg­no di leg­ge vi arri­verà in trattazione.

C’è anche un alt­ro importan­te aspet­to, igno­ra­to dal­la leg­ge. “Se la Giunta pren­de la decis­io­ne poli­ti­ca di sos­tene­re i loca­to­ri per sti­mo­lar­li a non lascia­re sfit­ti gli immo­bi­li di loro pro­prie­tà - sos­ten­go­no Plo­ner Rie­der dov­reb­be valu­t­a­re l’opportunità di desti­na­re iden­ti­che risor­se o almeno di divi­de­re la “tor­ta” per il soste­g­no dei loca­ta­ri. A livel­lo nazio­na­le esis­to­no fon­di di gar­an­zia regio­na­li a tutela del­la moro­si­tà incol­pe­vo­le degli inqui­li­ni, un importan­te stru­men­to che in Alto Adi­ge pur­trop­po non esis­te e che è sta­to più vol­te richies­to dal Cen­tro­Ca­sa. Riba­dia­mo che è gius­to cer­ca­re di veni­re incon­tro ai loca­ta­ri, ma non pos­sia­mo igno­ra­re che un inqui­li­no è nella mag­gioran­za dei casi la par­te eco­no­mic­a­men­te debo­le del cont­rat­to e che quin­di van­no mag­gior­men­te con­side­ra­te le dif­fi­col­tà in cui posso­no inc­appa­re tan­te fami­g­lie. Se la fabbri­ca chiude e un ope­raio si ritro­va improv­vi­sa­men­te disoc­cu­p­a­to? I fon­di regio­na­li con­side­r­ano ques­ta e alt­re casi­sti­che, non si acce­de agli aiuti — giu­s­ta­men­te — sen­za fon­da­ti moti­vi”. Esis­to­no natur­al­men­te i con­tri­bu­ti pro­vin­cia­li all’affitto, ma il Team K ritiene che sia giunto il momen­to di una seria rifles­sio­ne: non van­no aboli­ti natur­al­men­te, ma rica­l­i­bra­ti ade­gua­ta­men­te, per aiut­a­re chi ne ha dav­vero biso­g­no. Ora come ora han­no ris­chia­no solo di dro­ga­re il mer­ca­to, con effet­ti perversi.

 

La dis­cus­sio­ne del diseg­no di leg­ge sarà anche l’occasione di ridis­cu­te­re pro­pos­te che il Team K ritiene par­ti­co­lar­men­te vali­de, pur­trop­po boc­cia­te in pre­ce­den­ti occa­sio­ni. “Con una spe­ci­fi­ca mozio­ne pur­trop­po respin­ta di misu­ra in Con­siglio pro­vin­cia­le un paio di anni fa — ricorda il suo pri­mo fir­mat­a­rio Paul Köl­len­sper­ger — ave­va­mo pro­pos­to di imple­men­ta­re degli incen­ti­vi per i pro­prie­ta­ri di appart­a­men­ti sfit­ti per incorag­gi­ar­li ad affit­tar­li all’Ipes, con una pro­pos­ta di loca­zio­ne a un cano­ne accettabi­le da defi­ni­re e inca­me­ran­do il cano­ne socia­le ver­sa­to dall’inquilino e inte­gran­do­lo con una cif­ra pari alla dif­fe­ren­za tra lo stes­so cano­ne socia­le e quello pat­tui­to con i pro­prie­ta­ri, a cari­co del bilan­cio pubbli­co. Una pro­pos­ta quin­di che cer­ca­va di veni­re incon­tro alle esi­gen­ze dei pro­prie­ta­ri degli appart­a­men­ti lascia­ti sfit­ti, metten­do­li nella con­di­zio­ne di rap­port­ar­si con un ente pubbli­co affi­da­bile che garan­tis­ce il paga­men­to degli affit­ti e la resti­tu­zi­o­ne dell’immobile nel­le mede­si­me con­di­zio­ni in cui è sta­to ini­zi­al­men­te con­seg­na­to”. Una pro­pos­ta di buon sen­so per veni­re incon­tro alle par­ti, con­trasta­re il fen­ome­no del­lo sfit­to e di con­se­guen­za un ulte­rio­re con­su­mo di ter­ri­to­rio. Una pro­pos­ta (pur­trop­po) bocciata.

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