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PRONTO SOCCORSO, LO SCARICABARILE DELLE RESPONSABILITÀ

Un pazi­en­te con for­ti dolo­ri alla schie­na arri­va al pron­to soc­cor­so. Al tria­ge vie­ne clas­si­fi­ca­to come codi­ce ver­de per­ché le sue fun­zio­ni vita­li non sono a rischio. Vie­ne poi infor­ma­to che la pres­ta­zio­ne richies­ta è di com­pe­tenza del med­ico di base e che la sua visi­ta al pron­to soc­cor­so non è quin­di giu­sti­fi­ca­ta e di con­se­guen­za a paga­men­to. Il pazi­en­te rin­un­cia e tor­na a casa. Suc­ces­si­v­a­men­te vie­ne accer­tato che il dolo­re era con­se­guen­te a un aneu­ris­ma aor­ti­co dis­sec­can­te o una pan­crea­ti­te acu­ta con le rela­ti­ve com­pli­ca­zio­ni del caso.

Un pazi­en­te con male alle orec­chie cer­ca il pri­mo soc­cor­so. Sul Dolo­mi­ten del 13.06.2019 l’assessore Wid­mann defi­nis­ce il pron­to soc­cor­so un “cen­tro di assis­ten­za ina­de­gua­to” per i dolo­ri all’o­rec­chio. Il pazi­en­te tor­na a casa e in segui­to si svi­lup­pa un’in­fe­zio­ne puru­len­ta del­l’o­rec­chio con com­pli­ca­zio­ni come una menin­gi­te o una ostite.

“E’ ques­ta l’i­dea di sis­te­ma sani­ta­rio ori­en­ta­to al pazi­en­te per l’Azienda sani­ta­ria?”, si chie­de il con­si­glie­re pro­vin­cia­le Franz Plo­ner. “Se i cit­ta­di­ni han­no biso­g­no di assis­ten­za o con­su­len­za medi­ca e non c’è la dis­po­ni­bi­li­tà con­ti­nua di un med­ico di base o uno spe­cia­lis­ta, dove dov­reb­be­ro anda­re?”, con­ti­nua la sua col­le­ga Maria Eli­sa­beth Rie­der.

Come noto, gli infer­mie­ri del Tria­ge assegna­no un codi­ce di prio­ri­tà ai pazi­en­ti a secon­da dei sin­to­mi che pre­sen­ta­no, secon­do gli stan­dard medi­ci di emer­gen­za. Ma il codi­ce deon­to­lo­gi­co non con­sen­te al per­so­na­le infer­mie­risti­co di effet­tua­re dia­gno­si cli­ni­che, che neces­si­ta­no di un medico. 

Maria Eli­sa­beth Rie­der e Franz Plo­ner con­test­a­no i cam­bia­men­ti pre­vis­ti dall’assessorato per il Pron­to Soc­cor­so: da anni i pazi­en­ti che vi si reca­no per casi non urgen­ti o ingi­u­sti­fi­ca­ti sono tenuti a paga­re un ticket, non è una novi­tà. “E’ dimostra­to che ques­ta misu­ra è dif­fi­ci­le da appli­ca­re, per­ché i pazi­en­ti spes­so con­test­a­no le scel­te del Tria­ge al pron­to soc­cor­so, con con­se­guen­ti ricor­si con­tro l’A­zi­en­da sani­ta­ria e tut­ti i dis­agi buro­cra­ti­ci e uma­ni del caso”, dice Franz Plo­ner. Le misu­re pre­vis­te non risol­ver­an­no cer­ta­men­te il pro­ble­ma del sov­r­ac­ca­ri­co e dei lunghi tem­pi di attesa nel Pron­to Soc­cor­so, ma anzi por­teran­no mag­gio­re insi­cu­rez­za e disagio.

“Così la situa­zio­ne non miglio­rerà… Se l’assessore vuo­le ‘edu­ca­re e non puni­re’, deve par­ti­re dal fat­to che i cit­ta­di­ni han­no biso­g­no di chia­rez­za su dove posso­no rivol­ger­si. Si deve garan­ti­re che l’accesso a medi­ci spe­cia­lis­ti o a quel­li gene­ri­ci sia­no dis­po­ni­bi­li per la popola­zio­ne 24 ore su 24, in tut­ta la pro­vin­cia”, con­cludo­no Plo­ner e Rie­der.

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