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Le con­se­guen­ze dell’estensione dell’obbligo vaccinale

A par­ti­re dal 15 dicembre, la vac­ci­na­zio­ne anti-Covid sarà obbli­ga­to­ria per il per­so­na­le del­la scuo­la e del­la cura alla pri­ma inf­an­zia. “Come già acca­du­to per le pro­fes­sio­ni sani­ta­rie, anche nella scuo­la ci saran­no note­vo­li dif­fi­col­tà lega­te alla pre­ve­di­bi­le caren­za di per­so­na­le e il pro­ble­ma rica­drà su bam­bi­ni, gio­va­ni e geni­to­ri”, sos­tiene Maria Eli­sa­beth Rieder.

 

Tages­müt­ter, assis­ten­ti all’in­f­an­zia, insegnan­ti d’a­si­lo, insegnan­ti — per ques­ti e altri grup­pi pro­fes­sio­na­li, la vac­ci­na­zio­ne anti-Covid sarà obbli­ga­to­ria a par­ti­re dal 15 dicembre. È pre­ve­di­bi­le che si regis­trerà una caren­za di per­so­na­le, con­side­ra­to anche che sono anni che per ques­te pro­fes­sio­ni si lot­ta per ave­re più per­so­na­le for­ma­to. “Da anni si par­la sen­za suc­ces­so di sti­pen­di più alti e di come ren­de­re più att­rat­ti­ve le pro­fes­sio­ni nell’ambito edu­ca­tivo. Ora c’è il rischio che i lavora­to­ri non vac­ci­na­ti lasci­no il loro lavoro e i geni­to­ri sin­gle saran­no quel­li mes­si più in dif­fi­col­tà”, avver­te Rie­der. Per le fami­g­lie, ques­to potreb­be signi­fi­ca­re una com­ple­ta rist­rut­tu­ra­zio­ne del­la loro vita quo­ti­dia­na. “Se la baby-sit­ter man­ca o l’a­si­lo deve limit­are il ser­vi­zio per caren­za di per­so­na­le e non ci si può affi­da­re ai non­ni, i geni­to­ri — e soprat­tut­to le madri — finis­co­no per dover­si occupa­re dei bam­bi­ni”, spie­ga Rie­der. È pra­ti­ca­men­te impos­si­bi­le tro­va­re alter­na­ti­ve a baby­sit­ter e asi­li. Di con­se­guen­za, in mol­ti lascia­no il lavoro, maga­ri abban­do­n­an­do­lo defi­ni­tiv­a­men­te nel lungo peri­odo, per­ché è pos­si­bi­le che alcu­ni cer­chi­no un alt­ro lavoro, dove sia suf­fi­ci­en­te il solo tam­po­ne.  “Ren­den­do la vac­ci­na­zio­ne obbli­ga­to­ria per cer­ti grup­pi pro­fes­sio­na­li, pur­trop­po pro­prio quel­li già sot­to orga­ni­co, andia­mo incon­tro a gra­vi con­se­guen­ze nell’erogazione di ser­vi­zi essen­zia­li come l’istruzione e la cura del­la pri­ma inf­an­zia”, teme Rie­der. Come si può limit­are il pro­ble­ma? Come si posso­no aiut­a­re le fami­g­lie e in par­ti­co­la­re i bam­bi­ni? Dob­bia­mo por­ci ques­te doman­de, le fami­g­lie non van­no lascia­te sole.

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